Oltre il sogno – Snowflakes, i talebani occidentali

Un busto di Cristoforo Colombo decapitato a New York (foto dalla rete)


Continuo brevemente la riflessione sulla “società aperta” come “sogno gnostico”, alla luce della teoria politica di Eric Voegelin, perché i simboli sviluppati dal filosofo tedesco sono particolarmente efficaci per spiegare le immagini di distruzione che giungono quotidianamente dagli Stati Uniti. Come abbiamo visto nel post precedente, ogni società gnostica si basa sulla negazione sistematica della realtà ed è quindi incapace di rispondere adeguatamente alle minacce o agli stimoli esterni, generando uno stato di guerra permanente. In La nuova scienza politica Voegelin analizza un caso specifico di rivoluzione gnostica, quella dei puritani inglesi, a cui rimando per un approfondimento e un miglior confronto con l'attualità.

Prima operazione magica degli gnostici di ogni epoca è quella di dividere il mondo in “noi” e “loro”. I “noi” ovviamente sono i giusti, i buoni, i puri, mentre i “loro” assumono tutte le caratteristiche negative, fino al punto da essere considerati “non persone”. Questo simbolo politico tra l'altro è ben noto anche agli antropologi culturali: il nome di molte tribù africane, ad esempio, tradotto significa semplicemente “gli uomini”, mentre tutti gli altri di conseguenza sono non uomini, demoni o animali parlanti. Venendo al caso americano, gli “altri, “loro”, in quanto rozzi non uomini, non possono vincere le elezioni, a meno di essere aiutati dagli hacker russi o di far parte di una cospirazione di milioni di simpatizzanti occulti del Ku Klux Klan. La seconda ipotesi ha preso piede nel momento in cui la prima si è rivelata una montatura dei media, ma molti “democratici” credono a entrambe le spiegazioni di sogno e sarebbero pronti a sposarne una terza pur di non ammettere la realtà, ovvero che gli “altri” hanno vinto democraticamente le elezioni. Da buoni gnostici infatti «essi sono impermeabili a ogni argomentazione e hanno sempre una risposta pronta».

Per opporsi agli “altri”, agli “intolleranti” della società aperta, ovviamente, ogni mezzo è valido. Si comincia con «l'interdizione degli strumenti di critica», ovvero ad esempio col tentativo di limitare Internet come luogo in cui vengono diffuse “fake news”, ma nel momento in cui si percepisce che il proprio mondo di sogno è messo in pericolo da troppi elementi esterni (di realtà), ci si sente legittimati a rimuovere o distruggere i simboli veri o presunti degli “altri”, come nel caso delle statue pagane di Buddha smantellate dai talebani afghani o delle statue dei confederati e di Cristoforo Colombo distrutte o deturpate dai liberals americani. Poco importa che l'esploratore genovese sia innanzitutto simbolo della comunità italo-americana; le sue statue attaccate in tutta l'America vanno abbattute e la sua festa cancellata, perché Colombo era un colonizzatore e un imperialista, ma soprattutto perché come i generali sudisti è un simbolo dei “suprematisti bianchi” e dei “nazisti” che hanno eletto Trump.

Per spiegare questa ondata di isteria che da diverso tempo ha contagiato l'America arrivando fino in Europa, si può benissimo fare ricorso alla psicologia (e al ruolo dei mass media, dei figuranti stipendiati e degli agenti di influenza), ma per comprendere pienamente il significato e le implicazioni della guerra simbolica in corso bisogna fare riferimento alla teoria del “sogno gnostico” di Voegelin. Il caso più emblematico ed esplicativo in questo senso è rappresentato dagli “snowflakes”, i “fiocchi di neve” nati al volgere del millennio e cresciuti col mito della società aperta, di cui sono certamente il frutto più compiuto. Da noi sono i giovani della “generazione Erasmus”, entusiasti sostenitori di quell'Europa che ha tolto i soldi dalle tasche ma anche le frontiere, dando a tutti la libertà teorica di viaggiare per il continente mentre i loro genitori potevano farlo davvero fermandosi qualche minuto alle dogane. In America sono i rampolli liberal di famiglie della superstite middle class, allevati nei campus dove imperversa il pensiero unico mondialista, seguaci di quella Clinton che ha portato guerra e morte tra i suoi nemici ma è stata immancabilmente giustificata perché “democratica”. Oggi ingrossano le file del movimento “Antifa”, ma erano saliti alla ribalta alcuni anni fa, con la richiesta di trasformare i loro college in “safe spaces”, ovvero zone libere da concetti, parole e immagini che potessero urtare la loro suscettibilità. Si trattava cioè di mantenere la realtà e la durezza del linguaggio politico al di fuori di vere e proprie bolle, un ecosistema ideale in cui evidentemente sarebbero stati felici di restare per sempre. Il mondo gnostico, fin dai tempi dei puritani inglesi, si basa come sappiamo sul rifiuto della realtà, ma credo che gli snowflakes siano stati i primi ad avanzare la richiesta formale di istituzionalizzare lo stato di sogno che ne deriva. Forse questa singolarità storica dipende dal fatto che oggi, grazie ai mezzi di comunicazione di massa e alla possibilità per chiunque di accedere alle informazioni, la tensione tra il sogno e la realtà è particolarmente forte, tanto da permettere a diverse persone di sperimentare momenti di lucidità, come in una sorta di “sogno lucido”. Di fatto, con gli “snowflakes” il mondo di sogno in qualche modo è uscito dall'inconscio per diventare uno spazio semi-cosciente, di cui si percepisce la natura fittizia ma che viene comunque preferito alla realtà come luogo simbolico in cui abitare.

Chi si vuole opporre a quest'ultima forma della gnosi moderna deve quindi aver ben chiare due cose. Innanzitutto che gli gnostici del terzo millennio, nella forma inoffensiva (o passivo-aggressiva) degli snowflakes come in quella bellicosa e imprevedibile degli antifa, pur non essendo in grado di riconoscere il mondo di sogno in quanto tale e uscirne (anche perché, come insegnano gli psicologi, dovrebbero prima riuscire a immaginare una versione alternativa di sé stessi), sono abbastanza consapevoli che è in corso una guerra simbolica, dal cui esito dipenderà molto anche del loro futuro come individui. La lotta senza quartiere alla libertà di Internet dichiarata dai politici del Partito Democratico italiano come dal probabile futuro presidente statunitense Mark Zuckerberg sul suo Facebook è significativa del livello di consapevolezza simbolica raggiunto all'interno del mondo di sogno. Questo grado di comprensione manca tra i critici della “società aperta” e del liberismo selvaggio, che pure sono spesso culturalmente e intellettualmente superiori ai loro coetanei “di sinistra”, ma generalmente si limitano ad analisi economiche o comunque materialistiche.

La seconda considerazione riguarda appunto la contrapposizione tra “noi” e “loro” in cui rischiano di cadere, anche solo per riflesso, gli “altri” della dicotomia gnostica. Leggendo i giornali italiani sembra ormai superata “l'emergenza migratoria” a cui si è sostituito lo “scontro tra bianchi e neri”. Non so quanto di voluto ci sia in tutto questo, ma mi sembra fondamentale rifiutare aprioristicamente la contrapposizione tra europei e immigrati, cristiani e musulmani, che pure c'è e sarà sempre più evidente. Allo stesso modo dobbiamo avere comprensione per gli amici che ancora vivono nel sogno gnostico. Cercare di svegliarli in modo brusco potrebbe essere controproducente e d'altronde oggi (come al tempo dei puritani) è impossibile fare un dibattito serio sui media. In attesa di conquistare il potere con le elezioni e cambiare le regole del gioco – a meno che non ci venga tolta prima la possibilità di votare – molto meglio ignorarli, riconoscendone i tanti aspetti positivi, e andare avanti per la propria strada. C'è così tanto lavoro da fare, su di noi e sul mondo che ci circonda. Non perdiamo tempo a criticare, a sottolineare le miserie intellettuali o le evidenti contraddizioni logiche di chi ancora dorme, svegliamoci piuttosto sempre di più e concentriamoci sulle cose belle che possiamo realizzare. Ci aspettano mesi di lotta, in cui dovremo difenderci da attacchi inauditi, quindi non sarà una passeggiata in discesa, ma il mondo di sogno gnostico sta crollando per cui dobbiamo pensare al mondo che verrà.





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